Dopo il festone di stanotte
ho dormito soltanto due ore e mezza, sul divano, ancora vestito da carnevale e
con le luci accese. Alle sette è iniziato il mio calvario: doccia, red bull e
via al lavoro (fortuna che gli sbirri non fanno mai controlli la mattina). Fra devastanti
vertigini e conati di vomito riesco a sopravvivere per 8 ore, quindi me ne
torno al mio paesino, in piazza, in farmacia perché devo prendermi qualcosa per
‘sto mal di testa che non mi dà tregua. Sceso dall’auto mi ritrovo in una sorta di dimensione
parallela: una geriatrica bolgia infernale, vecchie dappertutto, sono ovunque,
soprattutto in farmacia. Cammino barcollando fra di loro mentre le loro fogne sdentate
continuano a vomitare suoni maligni ed acuti, litigano, sparlano, spingono e
tentano di passarmi davanti senza nasconderlo troppo. Non ne stavo capendo un cazzo
finchè ho realizzato: è il mercoledì delle ceneri e queste maledette sono appena uscite dalla
chiesa col loro carico di spirito santo. L’orrore supera il dolore, non potevo
resistere un minuto di più, così son scappato a casa con tutte le gambe che c’avevo
attaccate al culo: magari un richiamino di rum avrebbe funzionato meglio del Voltaren.
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