domenica 24 febbraio 2013

Pensieri del cazzo.



Vivo di buio ed istinto, non ho il dono della ragione e nemmeno della pietà. Chi sceglie per me è il tizio che sta ai piani alti, o meglio, lui è convinto di decidere, ma molto più spesso la mia influenza su di lui è maggiore, e decisamente più devastante. Eppure non ne ho mai abbastanza perché la mia natura è a senso unico: dare, donarmi, offrirmi a causa della ragione stessa della mia esistenza: vivere in un’altalena fra vita e morte. Ciò che voglio, è morire nel ventre di una donna, per rinascere poi fra le sue labbra.

giovedì 14 febbraio 2013

Irie-man (Pronuncia: Airimen)


Chi è "l'irieman" vi chiederete. Su google c'è questa traduzione che potrebbe risolvere parecchi dubbi.
Irie: piacevole, giusto, cool ...
Quando io dico che un tizio è "irie" intendo un tizio ancor più fico dell'americano "cool": tutti son capaci di essere "cool", basta fare un po' di sesso e sbronzarsi quanto serve per aver quella vena di "maledetto".
Il tipo "irie" invece è quello sciolto, si, sciolto è la parola esatta: è sempre a suo agio in ogni situazione e parla lentamente con quello strano accento che non avevi mai sentito prima. Il soggetto irie attira sempre l'interesse degli altri, non l'attenzione, l'interesse. L'irieman lo noti subito sul marciapiede o al centro di una pista affollata perchè la gente gli lascia spazio, perchè come si muove l'irieman non si muove nessuno, lui accarezza le note con i piedi mentre leggero scala il pentagramma di sensazioni che porta dritto dritto al cuore delle donne: mai appariscente, nemmeno pacchiano e lo stile con cui vestirà lui non l'avrete mai visto prima.
(Breve digressione: la moda non è dettata dagli stilisti, perchè sono gli stilisti che vengono ispirati dagli irieman). Non è affatto difficile notarli, potete starne certi. Brillano di luce propria, attorno a loro hanno un'aura di luce seconda soltanto allo spazio vitale che la folla riserva loro (il motivo non l'ho mai capito chiaramente, ma penso sia perchè da vicino non si può osservare bene una persona, quindi per questo hanno sempre spazio attorno a loro). Questi tizi emanano serenità, cedono il posto sull'autobus, dispensano sorrisi e buoni consigli, non si arrabbiano quasi mai e quando succede sprizzano stile con parole raffinate e ragionamenti semplici per portare l'altra persona a miglior consiglio, perchè diciamocelo: in fondo in fondo, gli irieman, hanno sempre ragione.

Mercoledì 13/02/2013 (the day after)



Dopo il festone di stanotte ho dormito soltanto due ore e mezza, sul divano, ancora vestito da carnevale e con le luci accese. Alle sette è iniziato il mio calvario: doccia, red bull e via al lavoro (fortuna che gli sbirri non fanno mai controlli la mattina). Fra devastanti vertigini e conati di vomito riesco a sopravvivere per 8 ore, quindi me ne torno al mio paesino, in piazza, in farmacia perché devo prendermi qualcosa per ‘sto mal di testa che non mi dà tregua. Sceso dall’auto mi ritrovo in una sorta di dimensione parallela: una geriatrica bolgia infernale, vecchie dappertutto, sono ovunque, soprattutto in farmacia. Cammino barcollando fra di loro mentre le loro fogne sdentate continuano a vomitare suoni maligni ed acuti, litigano, sparlano, spingono e tentano di passarmi davanti senza nasconderlo troppo. Non ne stavo capendo un cazzo finchè ho realizzato: è il mercoledì delle ceneri e queste maledette sono appena uscite dalla chiesa col loro carico di spirito santo. L’orrore supera il dolore, non potevo resistere un minuto di più, così son scappato a casa con tutte le gambe che c’avevo attaccate al culo: magari un richiamino di rum avrebbe funzionato meglio del Voltaren.

lunedì 11 febbraio 2013

Dieci ragazze non proprio per me. - Tema: 10

Ho un sacco di ragazze attorno a me, ma chissà perché, nemmeno una riesce a “prendermi”. Una è troppo stupida per vivere, l’altra è troppo brutta per non vergognarsi, quella ricca è un’antipatica mentre la pazza è troppo pazza anche per me. La dottoressa “Sottuttoio” è presa unicamente da sé stessa e dal lavoro, la supergnocca invece non è in grado di scrivere una frase senza fare almeno tre orrori grammaticali. La mora non sopporta gli ubriaconi quindi son spacciato, invece la Jessica è talmente troia che se la scopi, il giorno dopo ti cade l’uccello nella tazza mentre fai pipì. La piccoletta c’ha il moroso (anche se ha due occhi... che le mangerei le tette), infine la biondina è così adorabile che sarebbe un peccato non averla più come amica. La mia invidia per i gay aumenta proporzionalmente al numero di ragazze che conosco.

Todog rof Gnitiaw - Tema: L'attesa



Quand’era bimbo giocava svogliatamente aspettando con ardore di diventare grande per poter possedere una bicicletta vera, dopo la bicicletta si smarrì nell’attesa del motorino, poi dell’auto, poi la laurea. La mattina aspettava che arrivasse sera, la sera attendeva la notte, dal lunedì bramava la domenica, viveva in perenne attesa di un lavoro migliore, poi della donna giusta, le vacanze, l’eredità, la fine del mutuo e la pensione... Poi arrivò il fatidico incidente, e nell'estremo momento del trapasso, anzichè trascorrergli davanti in un secondo, la sua vita gli si presentò sottoforma di un noioso film in bianco e nero, sbiadito dall'inedia, e coi sottotitoli in cecoslovacco. Così si mise comodo ad attendere la morte.

martedì 5 febbraio 2013

Ambizioso – Tema: Come stai?

Un “ambizioso” è colui che ambisce, desidera qualcosa e si prodiga per ottenerlo. Nel parlare comune questo termine ultimamente ha assunto un significato prettamente materiale e viene associato all’opportunismo lavorativo, ma non dovrebbe essere così. Sono anni che mi sento definire pigro, pavido o indifferente perché non vendo l’anima al Dio denaro, ma voglio affermare che sono ambizioso anch’io: io ambisco a stare bene, ambisco a circondarmi di brave persone, ambisco al libero arbitrio. Penso che una persona per potersi realizzare debba avere fondalmentalmente due caratteristiche: una “serenità” tale da accorgersi delle opportunità che la vita gli offre, ed il “coraggio” di cambiare strada per vivere appieno queste opportunità che prima o poi capitano a chiunque. La fortuna non esiste, è solo questione di caso.

Tauro Mino - Tema: Minotauro

Lo chiamavano Minotauro non certo per la sua dotazione sessuale, nemmeno per la sua stazza, e manco a dirlo neanche per ipotetiche corna o per il fatto che fosse o meno un vegano. No, lo chiamavano Minotauro perché era perennemente intrappolato in un diabolico labirinto costruito finemente dagli eventi della vita: famiglia bisognosa, mutuo a strozzo, lavoro in bilico, auto e rate, suoceri implacabili, raccomandate, tasse, imposte, ferie obbligatorie e debiti. Mai un po’ di pietà per lui, solo miseria e sventura, mai nulla che gli andasse bene. Si aspettava addirittura che da un giorno all'altro gli sarebbe caduto anche il pisello e che una volta a terra quello gli fosse rimbalzato su per il culo. No, non c’è lieto fine. Non c’è mai un cazzo di lieto fine per chi è braccato e sta con l’acqua alla gola, non c’è speranza per i minotauri, non c’è scampo per loro.